25 febbraio 2014

A ognuno il suo brutto carattere. Due parole da non dire nella cucina sbagliata.


C'è a chi prende nel traffico. A chi aspetta per più di cinque minuti. A chi sente male da qualche parte. A me succede con quelle due parole, quando arrivano alle spalle tra le ultime briciole e il caffè. Con tutto che cavoliamerenda è una persona generalmente disinvolta e orientata ad alleviare eventuali imbarazzi negli altri. Soprattutto quando li invita a mangiare a casa sua, cioè da un punto di vista strettamente antropologico in un territorio per loro estraneo - e potenzialmente ostile.

Scegli cosa vuoi fare della tua borsa e farò lo stesso con la mia. Siediti sul mio letto e mi siederò accanto a te. Chiedimi di fumare e ti dirò che tossisco per il vento che ho preso ieri. Crea un malinteso e sosterrò che io l'ho alimentato. Aprimi un cassetto e commenterò il disordine come non fosse il mio. Ma dimmi le due parole e mi tiri fuori la caduta di stile. L'imbarazzante, innascondibile, trasformazione in casalinga apprensiva e gelosa delle sue procedure.


"Posso aiutarti?" Ditemi che non sono sociopatica. Ditemi che anche voi le scaccereste dall'orecchio come una zanzara notturna. Perché la probabilità di occorrenza del "posso aiutarti?" è inversamente proporzionale alla dimestichezza di chi te lo chiede con la tua cucina e all'effettivo bisogno che puoi avere di una mano.

In fondo al cuore l'ospite lo sa che ci metti due minuti a scolare gli spaghetti da solo, quattro se nel frattempo continui a voltarti per ripetere "figurati è solo un piatto di pasta" e quindici se vi riunite in quattro per un allegro madrigale davanti a un solo fornello. In realtà c'è passato anche lui. Ma più la sua gratitudine è genuina e meno trova sfogo sufficiente nelle sole parole. Deve trasformarle in energia cinetica. L'ospite non vuole davvero aiutarti. Vuole muoversi.

Per questo te lo dice quando stai prendendo due-tazze-due per il tè e fai prima a metterle in tavola che a spiegare in quale anfratto della tua cucina cercarle. Per questo te lo dice quando stai travasando il sugo sul piano di marmo appena installato e l'ultima cosa che entrambi vorreste è moltiplicare per due il rischio di una macchia. Per questo te lo dice mentre stai versando il caffè.

Possibili risposte da dare una volta nella vita per vedere l'effetto che fa.

"Aspetta che mi siedo e facciamo acqua-acqua-fuochino-fuochissimo"

"Tutto quello che mi serve sono due minuti di silenzio chirurgico. Se proprio vuoi strafare puoi pregare insieme  a me"

"Magari! Me lo tieni il cucchiaino che se non è per mano scappa?"

comunicazione di servizio

Dopo mesi di viti, trucioli, livelle e corse all'Ikea per sostituire questo o quel pezzo, la cucina di cavoli a merenda sta finalmente prendendo forma (per chi fosse curioso di vedere quale - dopo tanto raccontare - l'ho messa qui sotto). 

Pazientate ancora per qualche post e questo tornerà ad essere a tutti gli effetti un blog di food. Ok, anche di food.