Avete presente quei posti che ti fanno sentire un po' più vicino alla persona che vorresti essere?
Tipo Starbucks che ti fa il passo scattante ed elastico con la sola ordinazione di un caffè lungo, da bere camminando?
O La Rinascente che ti trasforma nella dama gialla di Ambrogio per il solo aggirarti nel corridoio delle borse, che profuma di cuoio e di signora bene?
O la vetrina di Boggi che ti fa sentire a due giorni dal compleanno di tuo marito fashionista quarantenne, anche se non siete sposati, tu non sei quarantenne e soprattutto lui non dà segni di voler diventare fashionista?
Ecco, a me Venchi fa pomeriggio d'inverno con la cloche di lana rossa, le guance arrossate dal freddo e un'amica che mi sta per raggiungere. Tutto questo senza esserci mai entrata.
Va bene, ho dei tweet che mi potrebbero smentire. Ma se non si contano un paio di incursioni per i cioccolatini del dopo-cena, per il gelato non ci ero mai entrata.
cioccolatini #Venchi al mandarino e pepe con un pizzico di fior di sale - degnissimo rientro dalla food #blogfest
— Chiara Francioli (@chiarafrancioli) September 22, 2013
Comprare i cioccolatini più scì scì di Venchi per festeggiare e poi le prime a finire sono sempre le Nougatine ;)
— Chiara Francioli (@chiarafrancioli) September 23, 2013
Finché finalmente non ci sono passata davanti alla fine di una giornata carica di polvere di cantiere e di pioggia battente. La vetrina brillava di carta dei cioccolatini, il pranzo era stato solo un caffè, gli astri chissà quando si sarebbero riallineati... e così sono entrata per un gelato, a meno di due ore dalla cena come nel peggior incubo di un nutrizionista.
la prima impressione
Come in altre catene, anche qui il gelato lo scegli da una lista di nomi sul muro e non lo vedi finché non è pronto, il che è sicuramente funzionale alla sua conservazione ma un po' clinico.
Ingenuamente però mi aspettavo che me lo avrebbero mantecato a mano, invece i gusti vengono pompati sul cono da un distributore tipo quello del frozen yogurt: un rubinetto per gusto come la birra alla spina. (Almeno nel punto vendita di Stazione Termini a Roma)
Ovvio che il sapore non ne risente, però da un marchio nostalgico come Venchi mi aspettavo una "esperienza" di servizio più umana. La consistenza invece cambia, ed è quella di un gelato "pompato" quindi molto morbido e scioglievole. Si squaglia molto velocemente per cui è sicuramente più godibile d'inverno che d'estate.
il sapore
Non ho preso il cioccolato perché era troppo facile.
Sono stata a un passo dal solito gelato-test pistacchio e nocciola e alla fine ho scelto due gusti che non sono troppo nelle mie corde per non farmi influenzare dalle mie preferenze: Gianduia e crema Venchi.
La prima perché se possibile è ancora più difficile della nocciola, la seconda perché quando una gelateria decide di dare il suo nome a una crema mi aspetto che voglia dichiararmi la sua poetica con quella crema e quindi la prendo per principio.
Sono stata a un passo dal solito gelato-test pistacchio e nocciola e alla fine ho scelto due gusti che non sono troppo nelle mie corde per non farmi influenzare dalle mie preferenze: Gianduia e crema Venchi.
La prima perché se possibile è ancora più difficile della nocciola, la seconda perché quando una gelateria decide di dare il suo nome a una crema mi aspetto che voglia dichiararmi la sua poetica con quella crema e quindi la prendo per principio.
- La gianduia profumata, con una texture leggermente polverosa data dalle nocciole macinate finissime ma non ancora scomparse nella crema. Sa molto più di nocciola che di cioccolato (che per me era un plus) e soprattutto non è troppo dolce.
- La crema Venchi sa di crema di una volta, di uova cotte a lungo nel latte e girate spesso col cucchiaio di legno, ricca ma senza untuosità. E' la crema più "all'uovo" che abbia mai sentito per cui, se neanche a voi piace troppo l'odore dell'uovo, scegliete un altro gusto. Se vi piace, tuffatevi.
due appunti sul servizio
- L'ordine dei gusti: visto che con il metodo "alla spina" il cono si riempie di gelato (e la consistenza dei vari gusti è la stessa) sarebbe una buona policy chiedere che gusto si preferisce sotto. Ho fatto una prova sola ma siccome Murphy è sempre in agguato era certo che avrei ricevuto 20% gianduia "ne voglio una piscina" e 80% crema "buona ma non la riprenderei". E così è stato.
- La granella a pagamento: Sono la prima a voler pagare per la qualità ma quando un cono piccolo con due gusti costa 3,20€ rispetto ai 2.50€-2.70€ delle gelaterie artigianali che se la tirano, far pagare la granella a parte è da pellai.
(Sì ho pagato 70 centesimi per due cucchiaini di -peraltro ottima e scrocchierellante- granella. No, non ho capito come ho fatto a pagare un cono piccolo 3.90€, continuo a credere che ci sia un errore)
"è come sentire un'artista di strada con uno accanto con la radio alta" Dr.Smart sul cioccolato aromatizzato #puristi
— Chiara Francioli (@chiarafrancioli) September 22, 2013
E voi? Quali sono i posti che vi fanno sentire la "best version of yourself"?
E che ne pensate del marchio Venchi? Preferite il gelato o i cioccolatini?