4 maggio 2010

Un manifesto contro lo sfruttamento selvaggio del lavoro dei blogger, lo facciamo?

immagine dal blog "ridere è una cosa seria"

Riapro i battenti in modo del tutto imprevisto, sull'onda del dibattito aperto da Enza sullo sfruttamento del lavoro dei blogger, che magari non è ancora abbastanza professionale da essere pagato a prezzo pieno (cosa che non sempre è vera) ma è già abbastanza buono da poter essere richiesto. Possibilmente gratis.

Avrei voluto parlarvi del mio weekend a Praga oggi, dei posti dove assaggiare un trdlo alle mandorle appena sfornato o un goulash alla birra servito nel pane, delle casette di porcellana da cercare e delle matrioška da scansare... ma ho ricevuto una mail proprio stamani che recitava più o meno così:

(Alcune parti sono state omesse, il portale da cui l'ho ricevuto è uno dei tanti  possibili e non desidero che appaia nei commenti. Non scrivetelo o sarò costretta a cancellarlo.)
Ciao, (avrei preferito che ci fosse almeno il mio nome)
stiamo attivando delle nuove strategie di marketing, allo scopo abbiamo pensato di coinvolgere i blog a noi associati.
(Errore di gioventù, già da tempo pensavo a disiscrivermi).

Questo vuol dire che attraverso il tuo blog potrai guadagnare del danaro, probabilmente non ti arricchirai, ma come si dice? Poco è meglio di niente.
L’idea consiste nel pagarti piccole somme di danaro per l’esposizione di banner mensili e per la pubblicazione di articoli.Ad esempio per ogni articolo che pubblichi sul tema che ti daremo ... ti corrisponderemo mediamente X euro.
(Non vi specifico quanti ma molto meno di cinque).
Può sembrare poco, ma tutto dipende da quanti articoli si riescono a scrivere in un mese.
 
...
 
Saluti e buona giornata!
firmato: signor Tal dei Tali

***

Questa la mia risposta:

Gentile Signor Tal dei Tali,

la ringrazio per avermi contattato ma non sono interessata alla vostra offerta, almeno per come è strutturata adesso. Sono sicura comunque che non avrete difficoltà a trovare altri collaboratori a cui sembrerà equa. (E' questo che deve cambiare).


"Tutto dipende da quanti articoli si riescono a scrivere in un mese" cito testualmente.
Naturalmente lei si occupa di marketing e non può immaginare quanto tempo e denaro ci siano dietro a un buon articolo, i costi degli ingredienti, degli utensili e delle stoviglie per la presentazione, delle trasferte per aggiornarsi e partecipare a incontri e workshop, delle ore di lavoro dedicate alle foto, alla scrittura dei post e alla gestione dei commenti...

Facendo una stima approssimativa, ammettendo di lavorare full time per il vostro portale con un articolo al giorno, il compenso mensile, domeniche incluse stimando 30 giorni lavorativi mensili, ammonterebbe a 105 euro.


Lei accetterebbe? Io preferisco farlo gratis conoscendo il valore del mio lavoro e adoperarmi per fare del mio blog un biglietto da visita valido e una voce di informazione credibile.


Ringraziandola per la sua attenzione le auguro buon proseguimento con il suo lavoro.
Cordialmente,
Chiara Francioli

***

Ho voluto condividere questa risposta con voi perché penso che i tempi siano maturi per una acquisizione di consapevolezza da parte dei blogger, di food o meno, sul valore del loro lavoro e di riflettere sulle conseguenze di un certo tipo di atteggiamento sul mercato dei professionisti e degli emergenti (o di quelli che si considerano tali).

Potrebbe essere un'idea creare un sito dove continuare il dibattito e un eventuale manifesto a cui aderire (con tanto di banner come suggeriva Rossa di Sera) per lanciare un messaggio di coesione: no allo sfruttamento selvaggio del lavoro dei blogger. Lavoriamo più che volentieri, ma compensati ragionevolmente.

Che poi il compenso possa anche essere uno "scambio di favori" ci può stare, ma ci dev'esserci almeno un'ipotesi di equità in chi lo propone, no?
Aspetto di sapere cosa ne pensate, intanto vi auguro buona giornata.

***

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