Sarà che è il mio compleanno e che gli anni iniziano a farsi sentire. O sarà che sono settimane che piove come fosse novembre. Sta di fatto che in questi giorni, più che di cheesecake alle fragole e tulipani sulla tavola, ho voglia di minestrina della sera. Anzi, leggevo un articolo di Gunther sulle ultime novità in tema di dado da brodo e mi sono proprio ritrovata a darla, la ricetta della minestrina.
La ricetta della minestrina?? Ma la minestrina è uno di quei saperi a cui si accede per tradizione orale, con un piede sotto al sedere e l'altro che non tocca terra mentre aspetti che qualcuno la prepari per te. La minestrina non si impara dagli estranei, come non si impara da loro a rincalzarsi dopo la pipì. Ognuno lo fa a modo suo. E chissà come la fanno loro - questi che leggono mentre lo leggo anch'io - che questa mamma non sa come fare senza dado. Perché una che lavora come gliela fa la minestrina ai bambini in pochi minuti? Ed eccomi a dare la ricetta della mia minestrina.
Già, io la minestrina la faccio senza brodo. Non ci avevo mai pensato. Sarà insolito? Non sono in grado di valutarlo. E loro che gesti vedranno leggendo "minestrina"? Che acciottolio di piatti, che grembiule di nonna, che profumi significa per loro "minestrina"? Sarà stata una mamma o una zia? Erano sulla sedia o sulle punte dei piedi? E un mestolo l'avranno tenuto in mano? E voi come la fate la minestrina della sera? Quella di quando vi sta salendo un po' di febbre - ma forse avete solo preso troppo freddo - quando sui pensieri vi pesa un dispiacere o volete proprio riscaldare qualcuno? Io la mia la faccio così.
LA MIA MINESTRINA SENZA BRODO
come l'ho sempre vista fare
acqua - La pentola più piccina, mezza piena. Se non è abbastanza piccina ancora meno perche questa non è una sbobba liquida ma una minestrina cremosa burro - Un bel pezzettone, quanto basta a dare crema e sapore passata di pomodoro - Un po', quanto basta a dare crema e colore. Indicativamente mezzo bicchiere stelline - Dipende dal bisogno e da quanti si è a mangiarla parmigiano - Solo quando è tiepida, sennò fa i fili. Una grattatina sale - un pizzico
Si mette l'acqua sul fuoco, si aggiunge un pizzico di sale, si copre col coperchio, ci si siede accanto al fornello e si aspetta il bollore. Se non si è soli si può anche chiacchierare, ma piano, bisogna poter sentire il rumore dell'acqua. Quando il bollore fa tremare il coperchio si può finalmente toglierlo. Si aggiunge il burro, il pomodoro, si abbassa il fuoco e ci si rimette a sedere. A un certo punto quest'acqua calda e colorata diventa una cremina: è il momento di buttare la pasta, lo fa la persona più importante, quella col principio di raffreddore, con il groppo in gola o il più piccolo di casa. Si gira bene con un cucchiaio perché non si attacchi sul fondo e poi si aspetta di nuovo. Che le stelline siano cotte. Si può assaggiare ogni tanto, ma solo all'inizio, quando sono sicuramente ancora crude, per non levarsi il piacere di mangiarle giuste dall piatto.
- L'ingrediente per la felicità - fondamentale: che tu la stia preparando per qualcuno. O che qualcuno la stia preparando per te.
con questa ricetta partecipo al concorso di Jul's Kitchen in collaborazione con Macchine alimentari: "Ricette per la Felicità"