4 agosto 2009

Pausa abruzzese (con ragù d'agnello).



Ma non avevi detto che andavi a Lisbona, che c'entra ora l'Abruzzo?
Infatti, tra una settimana partiamo per Lisbona e se mi riuscirà cercherò di aggiornare il blog in diretta, folgorata dal riuscitissimo "LIVE from London" di Carolina.
Ma per ora sono qui, dove qui sta per Roma (a Firenze evidentemente non doveva sembrarmi abbastanza caldo) a passare il mio agosto con J. che lavora. E siccome l'estate è rovente, l'Abruzzo vicino e i fine settimana liberi, abbiamo pensato di passarli dal mio nonno (che vive appunto in Abruzzo) e di approfittare dell'occasione per fare un po' di sightseeing.

Dietro, oltre al piacere della compagnia e di tornare in posti che amiamo, c'è anche un mio progetto: usare questo spazio per mostrarvi le zone in cui si può ancora fare turismo dopo il terremoto,sperando di fornirvi qualche spunto per visitare l'Abruzzo, una regione di paesaggi stupefacenti, di borghi antichi, di acque limpide e fredde e di montagne imponenti, ricca di tradizione e di calore, che ora più che mai ha bisogno di presenza.


Goriano Sicoli (AQ). Il paese del mio nonno, gravemente ferito dal terremoto del 6 aprile 2009. Tutto il borgo antico (1100 d.C.) è inagibile.

Non posso introdurvi nel mio mondo abruzzese senza accennare ai padroni di casa, mio nonno Alfredo e Cecilia, la signora rumena che da qualche anno vive con lui più per fare due chiacchiere e badare al suo orto che per reale necessità.
Sei anni emigrante a Sidney lui, sette a Gerusalemme lei, restano difficilmente a corto di argomenti quanto di idee nuove, hanno saputo soffrire a lungo senza perdere la voglia di scherzare. Se Ulisse è estito davvero non lo immagino molto diverso da loro, con una gran voglia di guardare dietro a ogni angolo della vita e l'onestà di farlo con genuina meraviglia.


Questo per dire che ammiro molto Cecilia, che tiene in riga una numerosa famiglia sparsa tra Londra e la Moldova, sa montare un trattore, prepara deliziosi sarmala (la ricetta questo inverno!), parla correntemente l'ebraico (oltre al rumeno, all'ungherese e all'italiano), solleva una macchina senza difficoltà e sorride come una bambina. E' una donna piena di voglia di fare e di grande senso pratico. Forse un po' troppo senso pratico.


Ero arrivata in Abruzzo con due desideri: un lungo pomeriggio di sole da passare a cogliere fichi nell'orto e a trasformarli in vasetti di lucente marmellata e una domenica mattina silenziosa e infinita come solo in campagna le giornate sanno essere a preparare al nonno la "sagna" abruzzese nella sua cucina.




 Ho trovato la dispensa stipata di barattoli di marmellata e Cecilia per festeggiare il nostro arrivo ci ha preparato appunto la "sagna".
Mi sono offerta di fare almeno la sfoglia ma Cecilia non ha voluto assolutamente che io mi sobbarcassi una simile sfacchinata invece di accettare gli onori di casa e non mi è parso opportuno insistere. Ancora più complicato spiegare che quella in effetti era davvero la mia idea di riposo.





L'ultima volta che ho fatto la sagna, Cecilia mi ha osservato attenta tirare una finissima sfoglia e mi ha aspettato aspettare che l'olio, gli odori, la carne e il pomodoro si trasformassero in sugo dorato e odoroso.
Dev'esserle sembrato però un inutile sfoggio di pazienza.
Così per farla breve ci ha servito una lasagna di sfoglia comprata condita con pomarola a pezzettoni e carne macinata aggiunta a crudo, piuttosto soddisfatta della rapidità del risultato. Devo dire che non era troppo male ma la voglia di "sagna", quella vera, mi è rimasta.

Vorrà dire che la farò qui a Roma, ha detto J. che non gli dispiace di trovarsi in mezzo a un fuoco incrociato di lasagne.
Intanto vi dico come si prepara il sugo, prossimamente "sagna" abruzzese e sorgenti del Pescara.

SUGO DI CARNE ABRUZZESE

due etti di carne macinata di vitello
due etti di carne macinata di maiale
due o tre costolette d'agnello
passata di pomodoro (meglio se fatta in casa)
una cipolla grande
qualche foglia di basilico
olio evo gentile
sale e pepe q.b.

Fate rosolare dolcemente la carne con l'olio e la cipolla, stemperate con il pomodoro, aggiungete il basilico e fate tirare a fuoco lentissimo per almeno un'ora. Aggiustare di sale e di pepe.