11 marzo 2010

Doraemon no dorayaki. I preferiti di Doraemon (e non solo).

Vi ricordate la domanda lasciata in sospeso qualche giorno fa:
"Sì, ma con quest'anko che ci si fa?"
Una delle possibili risposte è: "ci si riempiono i dorayaki!"
(A proposito: tutto quello che non sapevate nemmeno di voler sapere sull'anko qui).


Dorayaki? E cosa sono?
I dorayaki sono sicuramente il dolce giapponese più accessibile al palato occidentale e probabilmente anche il più conosciuto. Sono proprio i dorayaki infatti le non meglio identificate "frittelle" di Doraemon, il gattone bianco e blu protagonista della famosa serie di cartoni animati (e recentemente nominato ambasciatore del Giappone).
Di fatto somigliano a dei pancake ripieni ma per chiarirsi meglio la differenza è il caso di assaggiarli...


Il ripieno
Il ripeno classico dei dorayaki è semplicemente a base di anko (che ci viene spalmato dentro come fosse Nutella) ed è così che li mangia anche Doraemon.
Ultimamente però in Giappone si servono sempre più spesso con anko e panna montata ed è così che li ho provati io. Diciamo pure che è stata una scelta obbligata perché il barattolo di anko lasciato incustodito nel frigo si era svuotato misteriosamente...

...a posteriori si è rivelata una fortuna: se già da solo l'anko tende a scemare in fretta, mescolato insieme alla panna è più esatto dire che evapora...



PER 6 DORAYAKI (cioè per 12 piccoli pancake, le misure sono quelle standard americane)


2 uova a temperatura ambiente
80gr di zucchero a velo
1 cucchiaio di miele
1/2 cucchiaino di lievito
50 ml di acqua
130gr di farina 00


uno scottex unto d'olio di semi d'arachide



Con uno sbattitore sbattere le uova per circa tre minuti aggiungendo lo zucchero e il cucchiaio di miele (le uova non vanno montate ma solo un po' sbattute).
Sciogliere il lievito nell'acqua e versarla a filo sulle uova mescolando con una frusta.
Aggiungere la farina e mescolare quel tanto che basta a eliminare i grumi, non di più.
Lasciar riposare per mezz'ora.
Controllare la consistenza dell'impasto e aggiustarla se necesario aggiungendo da uno a tre cucchiaini d'acqua. (L'impasto non deve essere troppo scorrevole o i dorayaki si allargheranno troppo).


Scaldare un padellino antiaderente sul fornello basso (idealmente a 170 °C, se avete una piastra elettrica tanto meglio). Ungerlo con lo scottex "asciugando" bene e versare una mestolatina d'impasto. E' più facile fare pancake tutti uguali versando la pastella con un misurino, io ne ho usato uno da 50 ml e ne sono venuti 12 come nella ricetta originale. (L'impasto è un po' preciso però, moderate gli assaggi!)


Quando il pancake è bello gonfio e la superficie è ricoperta di numerose bollicine (abbiate fede, vengono... Aspettate ancora un attimo... ora!) giratelo e cuocetelo ancora per una ventina di secondi.
Lasciate intiepidire su una gratella e impilateli per mantenerli umidi.


PER IL RIPIENO

3 cucchiai di anko
altrettanta panna montata non zuccherata

Lavorate l'anko per ammorbidirlo bene e mescolatelo con delicatezza alla panna.
Farcite ogni dorayaki con un cucchiaio di ripieno, lasciando la parte scura dei pancake all'esterno.
Schiacciate bene i bordi tenendo i pancake nel cavo della mano per dare la classica forma a gong.



AGGIORNAMENTO:
Ho finalmente provato il tanto suggerito abbinamento con le castagne ma in forma inedita, per ora le ho messe nell'impasto del pancake:

DORAYAKI ALLE CASTAGNE
Si fanno come quelli classici sostituendo ai 130 grammi di farina 00 -> 100 gr di farina 00 + 30gr di farina di castagne.
Per un sapore più intenso si può sostituire allo zucchero demerara del muscovado.
La cottura è un po' più lunga dei pancake normali per cui conviene tenere la fiamma un po' più bassa per non scurirli troppo. Il risultato è se possibile ancora più riuscito dei dorayaki classici, provare per credere...
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