7 luglio 2010

La lunga estate buia di cavoliamerenda. Come sopravvivere a un'estate senza macchina fotografica.


E’ ufficiale, la mia compattina mi ha lasciato.

A niente sono valse la fasciatura stretta di nastro isolante, la pulizia attenta della scheda di memoria e la sostituzione delle batterie; la fine che aspettavamo da mesi è arrivata in questi giorni, fulminea e definitiva: si è spenta, né si riaccenderà.

Questo per dirvi che da oggi cavoli a merenda è un blog senza foto e che -nell’attesa della soluzione più ovvia- quella meno ovvia è di trasformare questa mancanza in un mezzo espressivo, in una nuova cifra stilistica, diciamo pure in un’opportunità.

Per dirla breve, per l’estate si fa senza.


Tralasciando l’occasionale ricorso al bieco sotterfugio – ah, ve ne eravate già accorti eh?- nonché all’accurata raschiatura del fondo del barile degli arretrati –che in realtà sono talmente tanti che potevate non accorgervene- l’idea è di assecondare completamente il mood degli ultimi post: sviscerare a fondo un tema fino alla saturazione.

Mi spiego con un esempio: ultimamente mi hanno regalato un vasetto di agar agar e uno di tè matcha. Una coincidenza irripetibile. Pensate davvero che io non li abbia sacrificati entrambi sull’altare dell’entusiasmo e che mi sia nutrita di altro che di agar e tè nelle ultime due settimane? Vi sbagliate.

Di queste ossessioni me ne capitano parecchie e regolarmente non riesco a fotografarle. Perché se a cucinare basta un ritaglio di tempo qualsiasi, per fotografare ci vuole il momento giusto, con l’illuminazione giusta, un avanzino da parte e una discreta collezione di coccini, posate, tessuti, cartoncini e altre amenità che non possiedo.

Cosa ci dobbiamo aspettare allora?

Ricette: abbastanza. Sempre testate e garantite ma vi dovete fidare, nessuna foto come garanzia.
Proposte: un po’ di più. Inviti a giocare con questo o quell’ingrediente fissate le regole di base.
Spiegazioni: qualcuna. Quello che ho imparato provando e riprovando, per il piacere di condividerlo.
Fantasia: la vostra. Quella di immaginare la mia proposta nella vostra cucina. Sarà divertente catalogare in quanti modi la stessa ricetta può essere presentata a seconda della sensibilità di chi la cucina per cui parte integrante del gioco sarà chiedervi “voi come la presentereste?” Credo che confrontarsi con le varie proposte sarà uno workshop naturale molto istruttivo per tutti.

PROSSIMI TEMI:


Smoothie d’estate: ricchi al tè e cioccolato, golosi alla frutta, rinfrescanti alla verdura
Gelatine di agar per ogni occasione: pausa caffè informale, dopocena chic o digiuno depurativo
Non solo ratatouille: verdure stufate della tradizione italiana

arretrati:

E’ un fatto, più ricco è un post più alte sono le probabilità di non pubblicarlo affatto. Ecco alcuni dei must post più urgenti:

A grande richiesta: street food a Firenze!
Torino per novizi: incontrare, osservare, assaggiare. Cosa e dove.
Torino: i consigli della comunità egiziana per falafel perfetti. Al festival dell’oralità dei popoli.
Mai più torte fallite con le dosi in volumi. Quali sono e perché funzionano.