Avete mai avuto i muratori in casa? Immagino che a molti sia capitato.
Avete presente quel momento in cui dopo aver per giorni calpestato polvere, mangiato polvere, respirato polvere, sembra che l'incubo stia per finire e iniziate a riappropriarvi delle vecchie abitudini?
Avete appena ripulito la cucina,i bagni e i pavimenti e generalmente in quel momento si scopre che c'è quella cosetta da aggiustare, quella traccia ancora da fare, quel lavoretto che sarebbe insensato rimandare.Ecco, è andata appunto così.
Giusto quando pensavo di potermi riappropriare del blog ho riperso l'uso del telefono e non ho potuto nemmeno rispondere ai vostri commenti all'ultimo post.
Quanto a mettersi ai fornelli poi neanche a parlarne, attualmente in cucina impastano il cemento.Poco male, è uno di quei momenti d'oro per dare spazio ai post arretrati, quelli che aspettano da tempo nel computer senza essere da meno degli altri e che per un motivo o per un altro finiscono per restare in coda, ora perché "queste due ricette le devo postare assolutamente insieme e subito prima di questa e subito dopo di quest'altra" ora perché "questo se non lo posto subito poi non si trovano più gli ingredienti" oppure perché "è andata fuori stagione e non posso andare così in controtendenza".
La ricetta in questione aspetta dall'inizio di ottobre e siccome è deliziosamente autunnale mi sembra proprio che sia arrivato il suo momento.
E' una torta salata un po' rustica con una base facile facile da fare e gustosa e friabile da mangiare, per di più si può preparare anche quando in casa non c'è rimasto niente, ma proprio il niente più spinto.
Lo spunto viene dalla ricerca di Artemisia di AAA Accademia Affamati Affannati sulle origini e la storia di questa ricetta.
Quello che mi ha affascinato è stato proprio, per citare le parole di Artemisia, "in quanti modi ortodossi si può preparare una ricetta tradizionale".
Mi sono letta quindi tutta la premessa e ho deciso per questa versione.
La pasta è quella, ottima, di Artemisia, il ripieno invece è un'interpolazione delle varie versioni di questa baciocca.
LA BACIOCCA LIGURE
PER LA PASTA
200g di farina
100ml di latte
25ml di olio d'oliva
un pizzico di sale
PER IL RIPIENO
tre grosse cipolle
tre patate medie
200 grammi di panna da cucina
parmigiano grattugiato e pangrattato in parti uguali
sale e abbondante pepe nero
olio evo
burro
Impastate rapidamente gli ingredienti della pasta, fatene una palla e lasciatela riposare mentre preparate il ripieno.
Affettate con una mandolina le cipolle e le patate a uno spessore di mezzo centimetro, mettete le cipolle in un tegame largo con l'olio, il burro e un buon pizzico di sale e fatele andare a fuoco dolce per qualche minuto.
Aggiungete le patate e portatele a mezza cottura: dovranno essere trasparenti ma molto sode.
Aggiungete la panna, il pepe, aggiustate di sale e lasciate intiepidire.
Nel frattempo stendete la pasta in forma un po' irregolare e foderate una teglia da torta. Riempite con il ripieno tiepido.
In una ciotolina mescolate il pangrattato, il parmigiano e un po' di olio d'oliva fino ad avere un briciolame piuttosto umido e con questo cospargete la superficie della torta.
Ripiegate i lembi della pasta sulla torta e infornate per circa 45 minuti a 180°.
NOTE
LA PASTA: La dose è un po' precisa per rivestire una teglia da crostata con una sfoglia stesa fine. E' una pasta talmente buona e cuoce così bene che se ne può anche fare doppia dose e stenderla più spessa.
Si può anche ricoprire la torta con un secondo disco di sfoglia, penalizzando un po' l'aspetto rustico del piatto.
IL RIPIENO: Nelle versioni più vecchie della ricetta le cipolle vengono soffritte con un po' di lardo. Non è un'ingrediente sempre facile da trovare ma se lo avete consiglio caldamente di sostituirlo al burro.
LA COPERTURA: Ho preferito l'oliod'oliva al burro per la gratinatura.
Questa copertura a base di olio, oltre a gratinare molto uniformemente, è molto saporita e mi sembra più adatta a evocare la provenienza mediterranea della ricetta.
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PER IL RIPIENO
tre grosse cipolle
tre patate medie
200 grammi di panna da cucina
parmigiano grattugiato e pangrattato in parti uguali
sale e abbondante pepe nero
olio evo
burro
Impastate rapidamente gli ingredienti della pasta, fatene una palla e lasciatela riposare mentre preparate il ripieno.
Affettate con una mandolina le cipolle e le patate a uno spessore di mezzo centimetro, mettete le cipolle in un tegame largo con l'olio, il burro e un buon pizzico di sale e fatele andare a fuoco dolce per qualche minuto.
Aggiungete le patate e portatele a mezza cottura: dovranno essere trasparenti ma molto sode.
Aggiungete la panna, il pepe, aggiustate di sale e lasciate intiepidire.
Nel frattempo stendete la pasta in forma un po' irregolare e foderate una teglia da torta. Riempite con il ripieno tiepido.
In una ciotolina mescolate il pangrattato, il parmigiano e un po' di olio d'oliva fino ad avere un briciolame piuttosto umido e con questo cospargete la superficie della torta.
Ripiegate i lembi della pasta sulla torta e infornate per circa 45 minuti a 180°.
NOTE
LA PASTA: La dose è un po' precisa per rivestire una teglia da crostata con una sfoglia stesa fine. E' una pasta talmente buona e cuoce così bene che se ne può anche fare doppia dose e stenderla più spessa.
Si può anche ricoprire la torta con un secondo disco di sfoglia, penalizzando un po' l'aspetto rustico del piatto.
IL RIPIENO: Nelle versioni più vecchie della ricetta le cipolle vengono soffritte con un po' di lardo. Non è un'ingrediente sempre facile da trovare ma se lo avete consiglio caldamente di sostituirlo al burro.
LA COPERTURA: Ho preferito l'oliod'oliva al burro per la gratinatura.
Questa copertura a base di olio, oltre a gratinare molto uniformemente, è molto saporita e mi sembra più adatta a evocare la provenienza mediterranea della ricetta.
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