15 giugno 2009

felafel egiziani


Almeno ufficialmente questa non è la prima volta che faccio i felafel. La ricetta che seguivo prima l'avevo estrapolata da una serie di letture (italiane) sul tema che mi sembrava un compendio riuscito delle varie fonti: non troppa farina, non troppo poca, la lavorazione rigorosamente a crudo... Agli amici piacevano; a me, confesso, non molto.

Questa volta ho preso la ricetta da un libro di cucina magrebina che per qualche misteriosa circostanza se ne stava a prendere polvere su una mensola senza che mi fossi ancora decisa ad aprirlo.

Il procedimento a prima vista suscita diffidenza: prima ci si chiede come sia possibile formare delle polpette con tutta quell'acqua, poi se l'insolita procedura di strizzarle una ad una non sia un barbaro tentativo di rattoppo che le lascerà durissime. A ogni modo ho deciso di seguirla alla lettera, pensando che se l'autrice (magrebina) così scriveva, probabilmente sapeva cosa diceva.

Ho fatto l'unica modifica di aumentare il tempo di riposo dell'impasto da mezz'ora a una giornata: siccome non c'è farina nell'impasto ma c'è un po' di lievito mi sono detta che quel lievito doveva contribuire al sapore se non serviva alla lievitazione e che in mezz'ora quel sapore non si poteva sviluppare. E' stata una felice intuizione: al momento di formare le polpette, dall'impasto si sprigionava esattamente l'aroma dei felafel del kebab, il che mi ha rassicurato non poco sul fatto che quella pappa brodosa che mi accingevo a friggere era proprio quello che stavo cercando...

Procedimento:
(per quattro persone)

Mettete a bagno in acqua fredda per una notte
  • 250 grammi di ceci secchi
    La mattina scolateli e frullateli bene con:
  • mezza cipolla
  • uno spicchio d'aglio sbucciato
  • mezzo cucchiaio di coriandolo
  • un buon pizzico di sale
  • una tazza e mezzo di acqua (circa 300ml)
    Aggiungete quindi:
  • un cucchiaino di cumino*
  • tre cucchiaini di lievito in polvere
    e lasciate riposare fino alla sera.

La sera aggiungete ancora:

  • un cucchiaio di prezzemolo appena tritato (facoltativo)

e formate le polpette raccogliendo l'impasto con la mano o con un colino a maglie fitte (per farle tutte uguali). Strizzate bene ogni polpetta e formatela a rocchetto. E' importante che le strizziate bene sennò in cottura si aprono. Friggetele in due dita abbondanti di olio spumeggiante e servite calde o meglio ancora tiepide, non fredde.

Se tutto è andato per il verso giusto otterrete delle polpettine leggere che non assorbono affatto l'unto, morbide e molto umide all'interno con una spessa crosticina croccante e saporita.


*il cumino non va assolutamente frullato con tutto il resto o potete buttare tutto: coprirebbe infatti ogni altro sapore.