Ci ho provato a procurarmela offline una cover. L'ho cercata nel mondo reale. Farne venire una apposta per me dall'America solo perche' me n'ero innamorata a Londra mi sembrava un capriccio nostalgico.
Nel mondo reale ho trovato: bucce di gomma rosa con le orecchie, placche incrostate di brillantini e/o teschi e buste apri e chiudi di finta pelle. Nera.
Mi sento quindi autorizzata a scomodare queste cover di GelaSkins che apparentemente sono anche le piu' aderenti sul mercato. Il che vuol dire: niente granelli di sudicio tra la cover e il telefono. O tra la cover e il computer. O tra la cover e quel che l'e'. Avete un device? Loro fanno la cover. Morbida e rigida. E se avete una foto a cui tenete particolarmente ve la fanno anche personalizzata.
Delle migliaia di opzioni sul sito, vi posto quelle che secondo me si prestano piu' facilmente anche a essere regalate. Ovviamente a un certo punto ho dovuto smetterla di fare collage e dedicarmi a qualcosa di piu' serio ma mi riservo di tornare sull'argomento quest'estate per celebrare la bella stagione con un overdose di colore. Per ora ditemi che ne pensate di queste.
Preciso per chi se lo stesse chiedendo che questo non e' un post sponsorizzato.
TECNOLOGIZZARSI
Se non si fosse capito, la novità del 2013 e' che mi sono tecnologizzata. La sfida del 2013 sarà sviluppare quel sobrio senso della misura che non ho trovato in dotazione nella scatola dello smartphone. Il senso del passaggio da “connesso” a “troppo connesso” a “definitivamente isolato”.
Per il momento mi dibatto tra la dipendenza iniziale e l'imbarazzo per un telefono che costa più di quello che pago di affitto. Questo per contestualizzare.
Sono due mesi che premetto che il telefono mi e' stato regalato a chiunque me lo veda in mano. L’ho detto anche al ragazzo della Wind che mi ha fatto il nuovo contratto e non potevo non ripeterlo qui.
Con tutto che a far la coda con me per il passaggio del numero c'erano piu' che altro ragazzi del liceo. Con tutto che anche tra i miei coetanei vedo piu' telefoni in mano che lavori che mettono in grado di comprarli. Mi resta un disagio addosso come se l’avessi rubato e non mi sembra nemmeno un segno tanto cattivo. A qualcuno, in fondo alla catena, il disagio in pancia doveva pur rimanere. E aver privato una generazione della sua possibilita' di autonomia non era un disagio da poco.
Preso atto della schizofrenia della società in cui mi trovo immersa e di cui non posso che fare parte, sono anche due mesi che devo dotarmi di una cover per proteggere tanto telefono dal mio pericoloso entusiasmo. Va bene, entusiasmo e' understatement. E' piu’ onesto dire che al momento ci vivo attaccata come a un respiratore, ma mi piace pensare che sia perche’ mi velocizza tanto il flusso di lavoro. Vi faro' sapere se migliora.
Intanto mi trovate anche su Instagram e Vine @chiarafrancioli anche troppo spesso.
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